19 giugno 2024


Il camping di Ramberg era troppo affollato per i miei gusti. A pochi passi dalla mia tenda una coppia di spagnoli ne ha montata una grandissima con stufa e camino; dopo mezzanotte un gruppo di ragazze di rientro da chissà dove passava per l’accampamento chiacchierando ad alta voce come se fosse pieno giorno… molto diverso dalla solitudine e dal silenzio dei giorni scorsi.

Stamattina, appena sveglio, sentivo le gocce di pioggia picchiettare sulla tenda. Ecco arrivato il brutto tempo!  

Sono partito seguendo al contrario la strada che avevo fatto ieri, rimanendo sulla E10 e poi svoltando sulla 808 per Fredvang. Due ponti mi hanno portato sull’isola Moskenesøya, l’ultima della mia traversata.  Sapevo che, in caso di maltempo, potevo raggiungere Selfjord seguendo la strada invece che avventurarmi tra i sentieri di montagna. A Fredvang, mentre grossi nuvoloni neri scendevano dai monti e ne coprivano le cime, avevo preso la mia decisione: strada!  

Una pioggerellina fine ma insistente mi ha tenuto compagnia per 16 km fino alla fine della strada. Procedevo a passo spedito con il desiderio di arrivare in fretta senza bagnarmi troppo. Erano quasi le 11.00 ed ero già a Slelfjord. Già ma dove mettere la tenda? Il terreno era una palude unica! La traccia mi indicava di proseguire qualche chilometro fino a un piccolo lago accanto al ben più grande Fageråvatnet. E così ho fatto. Ancora un’ora di cammino in salita in mezzo al fango prima di potermi accampare per la notte.   

Questo pomeriggio la mia tenda ha dovuto sopportare l’acqua della pioggia e un forte vento che la piegava pericolosamente. Più volte ho temuto che si rompesse e invece ha resistito a tutto. Nel luogo in cui sono non c’è linea telefonica.   

Ho studiato la tappa di domani fino a Kirkefjord, per forza in mezzo alle montagne. Sono pochi chilometri. Riuscirò a farcela con il meteo avverso?